Filtra per

Prezzo

Prezzo

  • 26,00 € - 27,00 €

De Vescovi Ulzbach

Anche quando il profano non la coglie, c’è sempre una struttura forte nella poesia e nell’arte in genere. Un complesso di regole che, stranamente, anziché imbrigliare la creatività, la esaltano. È così anche per il vino: ci vogliono una terra vocata e un clima adatto (cioè il talento) ma ci vuole anche sapienza, gusto, misura (cioè l’arte). La terra e il clima sono dati, l’arte si insegue studiando, imparando, cercando, meditando, provando. In un grande vino, così come in un sonetto o in un’ottava ci sono le radici, la cultura, l’amore per la vita di chi l’ha fatto, combinati con il genius loci.

La Famiglia de Vescovi coltiva la vite a Mezzocorona, nel Campo rotaliano, da più di 300 anni. Fu Vigilio de Vescovi (dottore in teologia, economo del Principe Vescovo di Trento, Decano atesino, protonotario apostolico e delegato alla Dieta di Innsbruck per il Principe stesso) a condurre la famiglia da Vermiglio, nell’alta Val di Sole, a Mezzocorona nella seconda metà del ‘600. Con questa discesa dalla sorgente alle foci del fiume Noce (Ulzbach) inizia un capitolo nuovo nella storia della famiglia. La Piana era già allora luogo di un’agricoltura rigogliosa e la fama del Teroldego aveva varcato, dai tempi del Concilio, i confini regionali. Così i de Vescovi cominciarono a produrre uve e vini.

Pochi anni fa, Giulio de Vescovi al termine del suo corso di studi, fresco di laurea in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Firenze, ha deciso di dar corpo al suo sogno: creare un grande vino. Un progetto coltivato fin dall’adolescenza e perseguito con studi seri, esperienze di lavoro in Italia e all’estero, frequentazioni degli ambienti più importanti dell’enologia e della viticoltura, vendemmie e vinificazioni di prova. Nel 2003 la prima vinificazione “vera” e nell’ottobre del 2005 la presentazione dell’etichetta e la commercializzazione.

Negli stemmi della famiglia de Vescovi, appare evidente, la discendenza ecclesiastica, di chiara lettura il "coronato" del cappello ornato in ambo i lati dalle sei nappe vescovili.

Il simbolo di eccellenza è comunque il leone, attorno al quale si è sviluppata l'intera "tramatura" centenaria della famiglia. Nello stemma troviamo una rappresentazione semplice degli ornati dello scudo puntando sulla raffigurazione del leone (forza, grandezza, comando, magnanimità); la raffigurazione è decisamente "barocca", l'inserimento di colori e simboli (cappello vescovile e pastorale: carica ecclesiastica) delineano come l'immagine diventi un segno distintivo da lasciare in eredità. 
In ultima analisi il processo creativo/progettuale della nuova immagine ha considerato il valore storico del materiale a disposizione, salvaguardando simboli e ideografie, ma procedendo con parametri di sintesi e riproducibilità conformi alle esigenze applicative e ai dettami della moderna comunicazione.

Nella vecchia casa del ‘600 a pian terreno e nel piano interrato trova posto la cantina. Sono locali bellissimi che sono stati restaurati con tocco leggero, ammodernati di quel tanto che basta per renderli funzionali alla nuova produzione che è e rimarrà comunque una produzione di nicchia.

L’impressione di essere nella cantina di famiglia è quanto mai presente e contribuisce a creare un’atmosfera fortemente personalizzata e di grande fascino.

De Vescovi Ulzbach

Filtri attivi